Cos'è il low fantasy: riflessioni e suggerimenti di scrittura

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Ma quanto è davvero Fantasy, il Low Fantasy?

Io cerco di prendere spunto per questi piccoli articoli dai miei corsi, dall’attività dei corsisti, dalle revisioni che faccio per i lavori dei miei corsisti. E mi è capitato proprio questa mattina di finire la lettura e la valutazione di un romanzo Fantasy – o meglio: Low Fantasy –  scritto da un ex corsista.
Ma prima di andare avanti vediamo…

Cos’ è il Low Fantasy

Ora, con ogni probabilità tutti quanti già sapete di cosa sto parlando, cioè cosa s’intenda per Low Fantasy.

Per chi non lo sapesse, molto in breve, il Low Fantasy è un sottogenere del Fantasy con alcune caratteristiche distintive da altri sottogeneri.
Tenendo presente che gli scopi di questo articolo sono di dare suggerimenti pratici immediati, posso dire che una delle caratteristiche del Low Fantasy è di essere ambientato in luoghi e mondi in cui, in linea di massima, la presenza della magia non è così pervasiva come in altri sottogeneri del Fantasy. Significa che non è frequente trovare dei maghi o dei sacerdoti o qualunque altro tipo di usufruitori del magico e che, sempre in linea generale, la magia non è un elemento quotidiano della vita degli abitanti di questo mondo.

Il ricorrere alla magia è un evento eccezionale e raro, in generale l’accesso alla magia è riservato a pochi e, a seconda del mondo e dello scrittore, possono essere presenti certi tipi di magia e non altri.
Quindi, secondo quest’ottica, un mondo Low Fantasy è un mondo in cui non si utilizza un incantesimo per accendere il fuoco di un accampamento o per aggiustare un tegame rotto. Non ci si pensa proprio, la magia è ‘altro’ per la stragrande maggioranza degli individui, e anzi spesso può anche essere considerata pericolosa o demoniaca.

Altro aspetto importante è che sono numericamente e come varietà più limitate le creature fantastiche o appartenenti alle varie tradizioni popolari europee e non, dagli elfi agli orchi ai draghi e via di seguito. Stesso discorso per l’intervento diretto nella vicenda di  divinità, semidei, demoni e quant’altro, intervento che è inesistente o eccezionale.

Un mondo quindi con una grande prevalenza di esseri umani, con passioni umane e problemi umani. In genere, un mondo di livello tecnologico più o meno medievale.

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Perché si decide di scrivere Low Fantasy e non Fantasy?

Beh, intanto è una questione di gusti.
Poi una motivazione frequente è che non si vuole che ogni problema sia risolvibile con uno schiocco di dita, che ai protagonisti siano necessari sudore, ingegno, fatica e coraggio. E inoltre non ci si vuole avvicinare troppo o imitare mondi molto popolari derivati da famosi giochi di ruolo, come per esempio Dungeons and Dragons.

Altre volte ci si rende conto che ideare un sistema magico credibile e coerente non è così semplice e si sceglie di dedicare il proprio tempo e le risorse creative disponibili ad altri aspetti della scrittura, anche per evitare di venire sommersi dalle critiche dei lettori più maturi ed esigenti.

Le ragioni possono essere molte. D’altra parte, prima che s’inventasse il termine Low Fantasy, in molte delle storie che oggi vengono definite Heroic Fantasy l’elemento magico non era così frequente. Per esempio, nelle storie dell’immortale Robert Howard con protagonisti Conan il Cimmero o Kull di Valusia la magia è un retaggio del passato, accessibile a pochi e in genere di natura malvagia.

Però a questo punto occorre fare molta attenzione a non ‘togliere’ troppo.

Low Fantasy o Romanzo Storico?

La motivazione di questo mio piccolo articolo, che forse potrà essere utile a qualcuno, è che però bisogna fare attenzione a non eliminare TUTTI gli elementi magici e TUTTE le creature fantastiche che popolano il mondo che stiamo creando. Il grosso pericolo è che alla fine diventi un romanzo storico non troppo approfondito.

Perché un romanzo storico?

Perché comunque molto probabilmente sarà ambientato in una specie di simil-medioevo, cioè un mondo ispirato a quell’epoca.

Ma se dal simil-medioevo togliamo tutta (o quasi) la magia e togliamo tutte ( o quasi) le creature fantastiche, allora a rigore non potrei nemmeno più chiamarlo Low Fantasy perché manca l’elemento Fantasy
Però non sarà nemmeno un romanzo storico perché lo scrittore, proprio perché era partito con un’altra intenzione, non ha fatto le giuste e approfondite ricerche perché sia credibile dal punto di vista storico.

Insomma, diventa un ibrido che scontenta sia gli amanti del Fantasy, perché di Fantasy non c’è più niente o quasi, e sia gli amanti del romanzo storico, perché non è rigoroso come un’opera di questo tipo dovrebbe invece essere.

 

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MA QUANTA MAGIA CI VUOLE, NEL LOW FANTASY?

Una vera risposta a questa domanda non esiste, dipende dai casi. Ma posso dare qualche suggerimento agli scrittori.

Torniamo al corsista, ovviamente anonimo, che dato il via a questa riflessione.
Lui ha fatto un gran lavoro e si è dedicato moltissimo alla stesura di questo suo romanzo, ma la realtà è che c’è un unico evento magico in tutto il libro, che oltretutto avviene proprio nell’ultima pagina.
È davvero molto poco per quanto Low questo Fantasy possa essere.

E riguardo invece alla varietà delle creature fantastiche, tipiche del Fantasy, ho trovato un capitolo abbastanza ben fatto riguardante un villaggio di Goblin.
Ora, nel momento in cui noi mettiamo un villaggio di Goblin nel nostro mondo, che è un elemento Fantasy e anzi di un Fantasy molto tradizionale, non lo possiamo lasciare lì isolato, senza alcuna ripercussione con tutto il resto della trama del romanzo.
Oltretutto sembrava che questo villaggio di Goblin fosse l’unico in tutto il mondo, dato che era venuto fuori così all’improvviso, ma quando io ho fatto notare questo la risposta è stata che no, ci sono certo altri villaggi di Goblin sparsi un po’ dappertutto.

Il problema è che questo non ha alcuna ripercussione sulla vita dei personaggi e sulla vita degli umani di quel mondo, e invece dovrebbe averne.
O in positivo, nel senso che ci sono rapporti di vario tipo, scambi commerciali e via di seguito. O in negativo,  nel senso che ci sono guerre, scontri, lotte per il territorio o per l’affermazione di un gruppo sull’altro.

Non può esistere una comunità come quella dei Goblin vicino a una città degli umani, con usi e costumi totalmente differenti fra loro , e queste due comunità viaggiare in maniera completamente indipendente, senza nessun tipo di contatto fra loro. Non ha senso, anzi direi che non ha buon senso,, a prescindere se si tratti di Fantasy o qualunque altra cosa.

In realtà, a questo punto, un altro  problema è che non c’era un World Building accurato. Il World Building è la costruzione del mondo narrativo, in cui ogni elemento deve essere interconnesso con tutti gli altri.
Ma di questo parlerò un’altra volta.

In conclusione, lunga vita a Low Fantasy per coloro che amano questo genere, ma se volete scrivere Low Fantasy, semplicemente fate attenzione che non sia… troppo Low e che gli elementi fantasy che introducete siano ben intrecciati con il resto della narrazione.

 

Valter Carignano

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